Anfield, 22 August 1964: "Match of the Day"

22 agosto 2014

Spesso gli eventi destinati ad entrare nella memoria collettiva si svolgono senza enfasi particolare e nella inconsapevolezza dei protagonisti. Così avvenne, tra Liverpool e Londra, nel pomeriggio del 22 agosto 1964: ad Anfield, alle 15, il Liverpool FC inaugurò la First Division della nuova stagione contro l'Arsenal FC, con una bella vittoria sofferta; a Londra e nei sobborghi, alle 18:30, fu diffusa dalla BBC un'ampia sintesi del match di oltre 50 minuti. Quella partita e quell'emissione sono poi entrate nella storia della televisione e del football inglese, inaugurando un programma che avrebbe segnato un'epoca: "Match of the Day".

22 agosto 2014, Anfield, Liverpool
L'incornata di Gordon Wallace (L) che supera Don Howe (A)
e segna il secondo goal a Jim Furnell (A)

Eppure, nelle intenzioni della BBC, la trasmissione doveva essere sperimentale e intesa soprattutto a fare acquisire esperienza ai tecnici nelle riprese televisive dei match in vista della World Cup che si sarebbe tenuta negli stadi inglesi nemmeno due anni dopo. Il programma fu inserito nel palinsesto dell'appena nata BBC 2, che nei primi mesi era visibile solo a Londra e dintorni: gli spettatori ad Anfiled furono quel giorno 47.620, i telespettatori londinesi circa 20.000. Un avvio in sordina, dunque, anche per non alimentare l'inquietudine dei dirigenti dei club che temevano che la trasmissione, sia pure parziale e in differita, di un match in televisione potesse incidere sul botteghino allo stadio. D'altra parte, i "diritti televisivi" ammontarono, per quella prima stagione, a ben 5.000 sterline in totale per i 92 club delle serie professionistiche: poco più di 50 sterline a club ...

Chi è cresciuto nell'epoca del calcio in diretta in pay-per-view (avviatasi in Europa tra 1992 e 1993), ora fruibile addirittura sugli smartphone, deve fare uno sforzo di immaginazione per ricostruire il contesto in cui si muovevano oltre mezzo secolo fa le relazioni tra il football e il piccolo schermo, allora catodico e in bianco e nero. L'Inghilterra, che aveva reinventato il gioco, ne fu pioniera. La prima ripresa di una partita di calcio risaliva al 16 settembre 1937: 15 minuti di diretta da Highbury per un apposito Arsenal contro Riserve, proprio per sperimentare la nuova tecnologia [vedi]. Dal 1938 la BBC cominciò a trasmettere in diretta le partite della Nazionale, per prima quella contro la Scozia del 9 aprile da Wembley, e le finali di FA Cup, a cominciare da Huddersfield Town - Preston North End, sempre da Wembley il 30 aprile successivo. Tra il settembre 1939 e il giugno 1946 la BBC sospese le emissioni televisive, ma dall'8 febbraio 1947 anche il football tornò in diretta sugli schermi televisivi, con il match del 5° turno di FA Cup tra Charlton Athletic e Blackburn Rovers. Nel 1954 la BBC mostrò in diretta le partite del Mondiale svizzero (il primo ad essere trasmesso in televisione), e dal 1955 la ITV, il primo broadcaster commerciale inglese, cominciò a trasmettere alcuni match della neonata Coppa dei Campioni. Sempre la ITV trasmise per la prima volta in diretta un match della First Division, il 10 settembre 1960, quello tra Blackpool Rovers e Bolton Wanderers.

Kenneth Wolstenholme, leggendario telecronista della BBC
(qui ad Upton Park nel 1966)
Quando la BBC decise di avviare "Match of the Day" i telespettatori inglesi erano dunque già abituati a vedere le partite in tv. La novità stava nelle cadenza settimanale dell'appuntamento: il programma era trasmesso nel tardo pomeriggio del sabato e offriva in differita la  sintesi di un match. L'esperimento funzionò e dalla stagione successiva la BBC lo trasmise sul primo canale, con crescente successo. Un accordo con i club fece sì che il match prescelto per la sintesi non fosse reso noto fino al momento della sua messa in onda. "Match of the Day" è tuttora un appuntamento televisivo abbastanza seguito, sia pure in tempi di calcio in diretta a pagamento, grazie anche alla sciolta conduzione, dal 1999, di Gary Lineker, cui certo non difetta spirito critico e una certa mordacità nei giudizi.

La trasmissione del 22 agosto 1964 si è conservata, ed è visibile in rete [vedi]. Il telecronista prescelto per l'avvio del programma fu Kenneth Wolstenholme - l'equivalente inglese, per aplomb, del nostro Nando Martellini - che aveva coperto tutte le finali di FA Cup dal 1949 e quella della Coppa dei Campioni del 1960 da Hampden Park (in cui il Real Madrid stracciò per 7:3 l'Eintracht Frankfurt di fronte a 127.621 spettatori [vedi]), e che sarebbe asceso all'immortalità tra i compatrioti il 30 luglio 1966, commentando la finalissima tra Inghilterra e Germania, alla fine della quale impresse nella memoria di tutti la celebre frase: "And here comes Hurst! He's got ... [probabilmente voleva dire "the ball", perché l'attaccante era lanciato a rete negli ultimi istanti della partita, durante i quali alcuni tifosi inglesi avevano già invaso il campo per festeggiare]. Some people are on the pitch! They think it's all over! [Nel mentre Hurst segnò il quarto gol] It is now, it's four!" [vedi e ascolta].

Una rara immagine a colori di Anfiled nel 1964:
al termine di Liverpool-Arsenal del 18 aprile, che consegnò il titolo ai Reds
Da bordo campo, Wolstenholme aprì con queste parole il collegamento da Anfield il 22 agosto 1964: "Welcome to 'Match of the Day', the first of a weekly series coming to you every Saturday on BBC 2. As you can hear we're in Beatleville for this Liverpool versus Arsenal match". Era così, in effetti, in quegli anni: Liverpoool era identificata, innanzitutto, come la città dei Beatles, e gli altoparlanti dello stadio stavano diffondendo proprio in quel momento uno degli hits del quartetto della Merseyside. Qualche mese prima, il 18 aprile 1964, in occasione di un'altra vittoria sull'Arsenal (5:0), che aveva sigillato il sesto titolo nazionale dei Reds, la BBC aveva mandato in onda un servizio che, più che sulla partita, si era concentrato sull'ambiente: i giovanissimi tifosi eccitati dai loro "gladiators" e, soprattutto, i fans della Kop, di cui l'Inghilterra veniva scoprendo l'esistenza proprio grazie alla televisione. Le immagini sono impressionanti: l'ondeggiare continuo della curva gremita all'inverosimile, tifosi senza sciarpe, maglie e striscioni ma con le sole ugole spiegate, e una "She loves you" cantata all'unisono [vedi].

Alla prima della nuova stagione il Liverpool scese in campo con la sua maglia rossa ma con i calzettoni bianchi, mentre l'Arsenal giocò in tenuta bianca con i calzettoni rossi: le immagini televisive restituiscono una squadra in grigio e l'altra in bianco. Il Liverpool era guidato da Bill Shankly, lo scozzese detinato a entrare nella leggenda dei Reds [vedi]: presa in mano la squadra nel 1959, quando militava in seconda divisione, l'aveva riportata in prima nel 1962 e addirittura alla conquista del titolo nel 1964. Nella stagione appena cominciata l'avrebbe condotta alle semifinali di Coppa dei campioni contro l'Inter e alla conquista della prima FA Cup. Il club e i tifosi stavano vivendo mesi di stato di grazia. L'Arsenal, al contrario, conosceva uno dei suoi ricorrenti momenti senza gloria: l'ultimo titolo risaliva al 1953, l'ultima FA Cup addirittura al 1950. Per provare a risollevarsi il club aveva ingaggiato come manager uno dei più grandi giocatori della storia della Nazionale inglese, il capitano delle sfortunate esibizioni degli anni 1950s, Billy Wright, campione esemplare sul campo (541 partite con i suoi Wolverhampton Wanderers e 105 con l'Inghilterra, tutte senza un'ammonizione) ma tecnico incolore. Arrivato ad Highbury nell'estate del 1962, dopo un biennio come allenatore delle giovanili della Nazionale, aveva riportato i Gunners al 7° posto dopo annate concluse oltre il 10°, qualificandoli per la prima volta a una coppa europea, quella delle Fiere. La seconda annata era stata però deludente (8° posto), e nelle due successive Wright non sarebbe riuscito ad andare oltre il 13° posto, finendo così esonerato nell'estate del 1966 e segnando il non invidiabile record di allenatore dell'Arsenal con la percentuale di vittorie (38,46%) più bassa dal dopoguerra a oggi.

Un'immagine vintage del 22 agosto 2014, Anfield, Liverpool
Tommy Lawrence (L) anticipa Geoff Strong (A)
sotto gli occhi di Ron Yeats (L) e Gerry Byrne (L)
Ad Anfiled, il 22 agosto 1964, il Liverpool, campione in carica, non poté schierare, perché infortunato, il prolifico attaccante scozzese Ian St. John, beniamino della Kop sin dalla prima partita con la maglia dei Reds, quando rifilò tre gol ai cugini dell'Everton nel 1961, guadagnandosi il soprannome, in vita, di "The Saint". Ma in campo erano comunque giocatori di valore come il centravanti Roger Hunt, il portiere Tommy Lawrence, il gigantesco centromediano Ron Yeats, i futuri nazionali Gerry Byrne (terzino) e Ian Callaghan (mediano), l'ala sinistra di rapina Peter Thompson e la mezzala Willie Stevenson. L'Arsenal schierò invece il neo acquisto Don Howe, terzino destro già del West Bromwich Albion e della Nazionale, il centravanti Joe Baker, che nella stagione 1961-1962 era stato ingaggiato dal Torino per fare coppia con Denis Law (7 reti in 19 partite, tra cui una nel derby contro la Juventus), il giovane centrocampista George Armstrong destinato a diventare una bandiera dei Gunners (500 partite dal 1961 al 1977) e il duttile Geoff Strong, giocatore universale, capace di segnare 69 gol in 125 partite, che sarebbe stato portato proprio da Shankly al Liverpool nel novembre successivo per 40.000 sterline. Per il resto la rosa era abbastanza modesta, a cominciare dal deludente stopper Ian Ure, acquistato dal Dundee l'estate precedente per 62.500 sterline, che non mantenne fede alle attese.

La partita fu avvincente e battezzò degnamente il nuovo programma della BBC. Andò subito in vantaggio il Liverpool all'11° con un gol del centravanti Roger Hunt, per poi mantenere il controllo del gioco per tutto il primo tempo. Nella pausa Wolstenholme diede la parola a Wally Barnes, ex coriaceo terzino dell'Arsenal e del Galles degli anni 1950s e poi tra i primissimi commentatori tecnici del calcio televisivo. Barnes era apparso in video anche nei minuti precedenti la partita per sottolineare come l'assenza di St. John e di un altro attaccante dei Reds, Alf Arrowsmith, avrebbe potuto rivelarsi un fattore di debolezza; nell'intervallo sottolineò invece il dominio dei padroni di casa. Ad inizio ripresa arrivò subito il raddoppio dei Reds con un colpo di testa di Gordon Wallace, che agiva da "midfielder". Quando il risultato sembrava acquisito, l'Arsenal rientrò in partita con due reti in pochi minuti di Geoff Strong e di Joe Baker. I Gunners continuarono a farsi pericolosi, ma a tre minuti dalla fine una bella stangata da fuori area di Wallace diede ai Reds i primi due punti del torneo. Nel corso del campionato il Liverpool avrebbe vinto altre 16 partite ma ne avrebbe perse 15, terminando solo al 7° posto; l'Arsenal avrebbe perso altre 17 partite e ne avrebbe vinte solo altrettante, finendo il torneo al 13° posto. Il titolo sarebbe stato vinto (per la sesta volta) dal Manchester United.

22 agosto 1964, Anfield, Liverpool
L'invasione di campo, in televisione, di gatto Silvestro
Eroe del giorno fu dunque il ventenne Gordon Wallace, autore di una doppietta risolutiva. Cinque giorni prima, a Reykjavik, aveva segnato anche il primo gol assoluto del Liverpool nelle coppe europee, dando il là all'ampia vittoria contro il Knattspyrnufélag in Coppa dei campioni. A questo promettente exploit Wallace non fece seguire altre belle prestazioni: i tre gol di quella settimana augustana del 1964 rimasero gli unici che egli seppe segnare in sole 19 partite con i Reds fino al 1967. Chissà, magari a portargli male fu il gatto nero che invase il campo ad Anfiled sul 2:2. Il compassato Wolstenholme si limitò a chiedersi: "I wonder which side it supports? Arsenal or Liverpool?". Il micio compiette quasi un intero giro di campo, schivando anche il tenativo di cattura da parte di un tifoso, per poi dileguarsi. Una nota di colore, immortalata anche da un paio di fotografie, che ci restituiscono il clima di disteso divertimento con cui gli spettatori si recavano allo stadio in quegli anni. Peraltro, i gatti sono rimasti di casa ad Anfiled: un soriano è entrato in campo anche in pay-per-view, il 6 febbraio 2012, durante il Monday Night tra Liverpool e Tottenham [vedi].

Al fischio finale Wolstenholme tradì un po' di emozione, per l'esordio e per la partita intensissima che aveva appena terminato di descrivere. Il suo commento finale fu un gioco di parole: "Phew, well I'd call it the Match of the Century, I don't know about Match of the Day". Gli fece eco Walley Barnes: "Match of the Century is probably very right". Chissà, i due magari cominciavano a prendere coscienza che la partita sarebbe passata alla storia, e che dopo cinquant'anni anche noi li avremmo rievocati tra i protagonisti di quel pomeriggio inglese di tarda estate.

Azor

Tabellino | Descrizione del programma | Scheda | "Guardian"
Eupallog Kultur: Match of the Day

Cronache giudiziarie di un'estate italiana

Uno dei grandi classici del calcio in Italia è rappresentato dai processi giudiziari che ne arroventano le estati. Da anni sono al centro del ciclone la Juventus e i suoi tesserati, che hanno avuto molti problemi con la giustizia ordinaria e con quella sportiva per una svariata fattispecie di imputazioni e reati, per i quali sono state emesse quasi sempre delle sentenze di condanna (quando non è sopravvenuta la prescrizione) [riferimenti]. Ma la Juventus è solo il caso più eclatante di un ambiente non limpido (eufemismo), che vive l'azione giudiziaria secondo la tradizione storica del nostro paese: quella dei conflitti di fazione, delle relazioni tra amici e nemici. In questa pagina offriamo uno spaccato del tribalismo calcistico nazionale: quello inscenato dai suoi protagonisti di vertice nell'estate 2012, che portò, tra le altre, alla condanna di dieci mesi di squalifica, per omessa denuncia di un accordo sportivo illecito, l'attuale Commissario Tecnico della Nazionale italiana Antonio Conte, all'epoca allenatore della Juventus.
26 luglio 2012: l'allenatore della Juventus, Antonio Conte, viene deferito dalla Procura federale con l'accusa di omessa denuncia di combine in relazione alle partite Novara-Siena e Alfinoleffe-Siena del campionato di Serie B 2010-11, quando Conte era il tecnico della squadra toscana. I legali dell'inquisito concordano un patteggiamento di 3 mesi e 200.000 euro con il procuratore Stefano Palazzi.

1° agosto 2012: alcuni ultras della Juventus accolgono il procuratore Stefano Palazzi all'inizio del processo sul calcio scommesse al Foro Italico a Roma, con cori di scherno e frasi quali "giù le mani da Conte", "buffone", e mostrano uno striscione con scritto "Palazzi uomo di merda". Secondo i soliti violenti, l'accusato di omessa denuncia di una combine, Antonio Conte, non dovrebbe essere sottoposto a giustizia. Con una sfumatura di significato - "atto simbolico di sottomissione" - anche un tifoso juventino eccellente, Pierluigi Battista, si schiera contro la scelta di Conte e della Juventus di "patteggiare" con la giustizia sportiva, della quale lamenta di essere "ancora una volta fondata sull'incertezza delle prove e sull'impossibilità per la difesa di esercitare i suoi diritti" [leggi]. La Commissione Disciplinare Nazionale definisce "non congrua" l'istanza di patteggiamento, e boccia anche l'istanza di ricusazione della corte avanzata dai legali di Conte.

2 agosto 2012: alla richiesta del Procuratore federale Stefano Palazzi della pena - standard - di un anno e tre mesi, per omessa denuncia e per la reiterazione, ad Antonio Conte dopo la rinuncia di questi a patteggiare un nuovo compromesso, il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha commentato sul sito ufficiale della Juventus: "Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale. [...]  Rilevo nuovamente l'incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all'onorabilità" [leggi].

3 agosto 2012: nella querelle giudiziaria interviene ovviamente anche Piero Calabrò, uno dei molti giudici italiani cui piace fare dichiarazioni alla stampa, e volto noto perché transitato a suo tempo anche lui nell'arena del "Processo del lunedì" col ruolo di difensore mediatico della Juventus di Moggi e Giraudo. Alla "Gazzetta" rilascia tre concetti forti: la giustizia sportiva ha teso un agguato ("Conte e la Juve hanno sbagliato ad accettare il tranello giuridico del patteggiamento per omessa denuncia. È come se un presunto rapinatore ammettesse di essere un ladro"); deve prevalere la fede morale ("Io credo nella buona fede di Conte e ne apprezzo la serietà"); la giustizia straniera è migliore di quella italiana ("Conte e la Juve difendano fino in fondo le loro ragioni, magari rivolgendosi a tribunali sportivi internazionali") [fonte].

6 agosto 2012: il collaboratore di Antonio Conte, Cristian Stellini, ha ammesso l'illecito nella partita Albinoleffe-Siena, la stessa per la quale l'allenatore ora della Juventus, è imputato di omessa denuncia, e ha patteggiato una squalifica di due anni e sei mesi, dimettendosi contestualmente dal suo attuale incarico con la Juventus, che lo ha ringraziato, come prassi, sul proprio sito [leggi].

8 agosto 2012: come aveva già fatto ai tempi del processo del 2006 in cui fu condannato Luciano Moggi e il suo sistema, la "Gazzetta" anticipa le decisioni dei giudici sportivi anche per il processo sulle partite vendute. Non si tratta evidentemente di chiaroveggenza, ma di "fonti interne" alla magistratura, come spesso capita nel sistema giudiziario (peraltro, attenzione, non solo in Italia: la porosità non conosce latitudini). In breve, l'accusa del procuratore Palazzi sul caso di Udinese-Bari si fonderebbe su un "pentito" non credile, Andrea Masiello, mentre per quanto riguarda il caso delle partite sospette del Siena, i riscontri accusatori sarebbero più solidi (come è apparso chiaro dal rifiuto della Commissione disciplinare di accettare l'inadeguato patteggiamento proposto da Conte, e dall'ammissione patteggiata dal suo collaboratore Stellini). Risultato: i giocatori della Juventus (al tempo in altre casacche) Bonucci e Pepe andrebbero assolti, mentre l'allenatore Conte sarebbe sanzionato con 10 mesi di squalifica in primo grado [leggi].

16 agosto 2012, Villar Perosa
L'esibita solidarietà juventina ad Antonio Conte
8 agosto 2012: sempre la "Gazzetta" rende esplicita l'esistenza di "fonti qualificate", forse interne al club, che annunciano da tempo come, sotto la facciata dell'apparente solidarietà della società all'allenatore Conte si celi in realtà una progressiva presa di distanza da parte della Juventus dalle sorti del suo allenatore, che sarebbe evidente già nel pasticcio del patteggiamento fallito e nell'uscita del legale della Juventus, avvocato Michele Briamonte, dal team di avvocati difensori di Conte, sostituito dal glamour dell'avvocato Bongiorno [leggi - la smentita ufficiale della Juventus].

9 agosto 2012: "La Repubblica" è un giornale che vive di gossip, come i tabloid inglesi, e dunque la stilettata riportata oggi vale quel che vale. Il manager di Van Persie avrebbe "confessato" [sic, ma a chi?] che nella scelta di rifiutare l'offerta della Juve avrebbero contato anche i guai giudiziari che stanno passando molti bianconeri [leggi]. Mah ...

10 agosto 2012: come preconizzato dalla "Gazzetta", la Disciplinare ha condannato in primo grado Conte a 10 mesi di squalifica (e il vice Alessio a 8 mesi) e prosciolto Bonucci e Pepe. Sul sito ufficiale la Juventus si produce in un commento in cui si esprime "grande soddisfazione" per i proscioglimenti dei giocatori e l'"auspicio che i prossimi gradi di giudizio possano permettere alla loro [dei tecnici] innocenza di emergere" [leggi].

12 agosto 2012: stuzzicato dai giornalisti, Zdenek Zeman non si lascia sfuggire l'occasione per osservare che "se c'è una squalifica oltre i tre mesi, penso che un tecnico non dovrebbe allenare" [fonte].

13 agosto 2012: curiosamente la Juventus si sente tirata in ballo dalle parole non circostanziate di Zeman, e il dg Giuseppe Marotta ricorda come "già quindici giorni fa Zeman aveva avuto modo di dire la sua sugli scudetti della Juve ["al massimo sono 23 ..." (fonte)] e oggi si esprime su un collega: un fatto ancora più grave. Quelle frasi sono inconcepibili e inaccettabili"; con stilettata finale: "Piuttosto che interessarsi a vicende che non gli appartengono, Zeman dovrebbe dirci perché nel maggio 2005 durante un Lecce-Parma finito 3-3 negli ultimi dieci minuti si alzò dalla panchina e spalle al campo fissò la tribuna fumandosi la sua sigaretta" [leggi].

John Elkann e Zdenek Zeman
Il guelfo e il ghibellino
16 agosto 2012: le parole di Zeman devono bruciare davvero se, nel giorno della festa familiare di Villar Perosa, anche il presidente della Exor (che controlla la Juventus), John Elkann, è sceso al Bar Sport: "Carrera in una partita ha vinto più che Zeman in una lunghissima carriera" [fonte].

19 agosto 2012: inevitabile (?) la replica di Zeman: "Non mi sono sentito offeso dalla parole di Elkann. Sullo sport abbiamo opinioni diverse. Ma la Juventus, certo, negli ultimi anni non ha dato esempi positivi" [fonte].

22 agosto 2012: contrariamente alle attese di molti, e alle (questa volta) errate "anticipazioni" della "Gazzetta", la Corte di giustizia federale ha confermato le sentenze di primo grado della Disciplinare respingendo quasi tutti gli appelli presentati, tra questi anche quello relativo ad Antonio Conte. La disposizione annota che "La C.G.F., in parziale riforma della decisione impugnata, proscioglie il sig. Conte Antonio in relazione all’incolpazione relativa alla gara Novara/Siena dell’1.5.2011 e, rideterminando la sanzione, infligge la squalifica di mesi 10 in relazione alla gara Albinoleffe/Siena del 29.5.2011" [fonte]. La traduzione la fornisce uno dei membri della Corte, Piero Sandulli, lo stesso - si ricordi - che, nel 2006, fu designato lungimirantemente per tempo in quel ruolo dall'allora presidente della FIGC, Piero Carraro, che infatti uscì dalla bufera con un semplice ammenda; Sandulli esternò anche il 25 luglio 2006, dopo avere stravolto al ribasso le pene inflitte in primo grado, con una frase memorabile: "Direi proprio che il calcio ha saputo emendare se stesso. Per questo dico che ne esce bene" [fonte]. A "Radio Capital" Sandulli - un altro uomo di legge (è un avvocato romano dallo studio altolocato) cui piace parlare in pubblico - ha dichiarato [ascolta]: "A Conte è andata bene, in uno dei due casi gli è stata data ragione. Nell'altro se fosse stato chiesto l'illecito sportivo, il rischio erano tre anni di stop [...]. Più che sull'omessa denuncia si poteva ipotizzare qualcosa di diverso. Se il Procuratore Palazzi avesse proposto l'illecito [...] sarebbe stato più coerente con il problema giuridico che si è posto" [fonte]. In sostanza, l'appello ha rincarato le pena su un'omessa denuncia, ritenendo che probabilmente si trattò in realtà di un illecito. Sono i rischi di chi ricorre a un altro livello di giudizio che - contrariamente a quello che credono in molti - non sta lì solo per fare sconti, ma anche, potenzialmente, dei rincari. Questo il punto giuridico, in attesa delle motivazioni.

22 agosto 2012: immediata la risposta sul sito della Juventus da parte del presidente Agnelli, che evidentemente si attendeva lo sconto e che, anziché meditare una risposta a freddo, decide di andare nuovamente all'assalto, parlando - per una volta senza gli anglolatinorum del marketing identitario - di "conferma dei peggiori sospetti", di "una giustizia sportiva che somiglia sempre di più ad una caccia alle streghe", di "misura colma", di "modi arbitrari", di "buona pace della verità e della giustizia, quella vera", di "processi sommari", di "modalità barbare", di sistema "che deve essere riformato dalle sue fondamenta", di "profonda ingiustizia", di "danno alla società" (minacciando "opportune quantificazioni"), di "nuove invidie" e di risveglio di "vecchi “anti-juventini” militanti" [leggi].

23 agosto 2012, Juventus Center, Vinovo
"An emotional Antonio Conte,
shouting at the top of his voice in an angry news conference"
23 agosto 2012: Antonio Conte si produce in una rabbiosa conferenza stampa [vedi], che non sfugge, per i toni, alla stampa inglese (che non aveva seguito il giorno per giorno della vicenda) [leggi]. Le parole sono pietre: "Ho sempre rispettato le regole sia in campo che fuori. Mi sono sempre comportato correttamente"; "sono allibito dalle dichiarazioni di un componente della commissione che mi ha giudicato. E’ una cosa gravissima e che non s’è mai vista. Reputo l’intervento da parte di questo signore improprio e fuori dalle regole. E lui dovrebbe farle rispettare. Questo signore, per uscire sulle prime pagine dei giornali, ha fatto dichiarazioni sul mio conto. Dichiarazioni se non da tifoso quanto meno inopportune. Forse c’è qualcosa di personale da parte di questo signore"; "Oggi mi ritrovo di fronte a un certo “Pippo”, perché per la Procura non è più Filippo Carobbio, ma una persona diventata pappa e ciccia con la stessa, che viene considerato un collaboratore di giustizia. Io lo considero più che altro un aggiustatore di presunta giustizia"; "il patteggiamento è un ricatto. Io innocente, devo sentirmi dire dal mio avvocato: “Visto questa giustizia che non ci permette di difenderci, di dimostrare la tua innocenza, perchè dobbiamo rischiare? Patteggiamo”. Io, innocente, ho dovuto patteggiare. Ma per cosa? Un ricatto bello e buono da parte di questa giustizia. E’ una vergogna"; "Mi sono posto tante domande in questi mesi. L’unica cosa che è cambiata nella mia vita negli ultimi tempi è che sono diventato allenatore della Juventus che dopo due settimi posti era diventata simpatica a tutti. Poi d’incanto abbiamo vinto e siamo tornati ad essere antipatici".

23 agosto 2012: la Federazione ha segnalato il giudice Sandulli alla Commissione di garanzia della giustizia sportiva per l'intervista concessa a Radio Capital prima che fossero rese pubbliche le motivazioni della sentenza. Potrebbe aver violato le norme che precludono ai giudici la possibilità di esprimere commenti sui processi nei quali sono coinvolti.

23 agosto 2012: la Federazione è costretta a rendere pubbliche velocemente le motivazioni della sentenza della Corte di giustizia federale, vista l'inopportuna esternazione dell'avvocato Sandulli. Vi si legge come "Conte deve rispondere di omessa denuncia perchè era pienamente consapevole dell'illecito tanto da avere posto in essere un comportamento particolarmente significativo in proposito", e come, in ordine alla partita AlbinoLeffe-Siena, "la responsabilità di Conte risulta avvalorata da una circostanza che poteva essere diversamente valutata, nella sua gravità, sia dalla Procura che dai Giudici di prime cure, in modo da poter configurare, ovviamente verificata la sussistenza dei presupposti, una fattispecie diversa e più grave di incolpazione"; secondo la Corte, Filippo Carobbio, non merita né l'etichetta di "bugiardo incallito", né quella di "soggetto di assoluta credibilità  come affermato dalla Disciplinare", e le sue dichiarazioni "devono essere valutate oggettivamente prescindendo da quello che sembra un vero e proprio preconcetto, nel bene e nel male"; quanto all'entità della sanzione, "si ritiene che il proscioglimento da uno dei due addebiti contestati non consenta, comunque, di ridurre la stessa rispetto alle statuizioni sul punto della C.D.N., attesa la evidenziata particolare gravità del comportamento, nei fatti sicuramente quanto meno omissivo, tenuto dal sig. Conte con riferimento all'incontro di calcio Albinoleffe-Siena"; la Corte sottolinea anche come Cristian Stellini, "strettissimo" e "fidato" collaboratore di Conte, "ha confessato la propria partecipazione all'illecito" e questo "suona come conferma del fatto che Conte fosse pienamente consapevole dell'accordo illecito intervenuto tra gli spogliatoi" delle due squadre [fonte].

23 agosto 2012: inevitabile e ineccepibile l'intervento istituzionale e a difesa delle istituzioni, da parte del presidente del Coni, Gianni Petrucci: "Basta con questi attacchi ai giudici e alla giustizia sportiva. Sembra quasi che l'unico colpevole di questo calcioscommesse sia il procuratore Palazzi e non chi ha commesso illeciti"; "In queste settimane assisto a esibizioni muscolari che mostrano il lato peggiore di uno sport che non merita mortificazioni"; "Così non si può andare avanti. Il calcio non può pensare di vivere senza regole o in spregio di quelle esistenti, approfittando di casse di risonanza mediatiche superiori a quelle degli altri sport che invece rispettano le regole e i verdetti anche nei settori professionistici"; "Non si può immaginare di commentare le sentenze ad ogni grado di giudizio. Occorre rispettare i giudici, gli arbitri e quanti sono preposti al rispetto delle regole. Altrimenti sarebbe solo caos e questo il Coni non può consentirlo. Per questo dico: giù le mani dalla giustizia sportiva!" [fonte].

Gianni Petrucci e Giancarlo Abete
24 agosto 2012: non immediata ma comunque inevitabile è anche la dichiarazione del presidente della FIGC, Giancarlo Abete, nel corso della consueta conferenza stampa di inizio stagione, che ha chiuso il raduno congiunto degli arbitri a Coverciano. Da vecchio DC, i toni sono più felpati: "La fiducia nei confronti degli organi di giustizia sportiva è massima, queste realtà vanno rispettate. Un giudice può come tutti giudicare bene o male, tutti possono criticare, ma va riconosciuta la funzione della giustizia che non è appiattita sugli interessi"; "Chi attacca non sa che la separazione dei poteri è garanzia di democrazia anche nello sport"; "Ognuno si assume le proprie responsabilità: il calcio non e proprietà privata"; "Quando si è protagonisti in negativo o coinvolti in situazioni di giustizia, ognuno riscopre la giustizia a suo uso e consumo"; "Non c'è stato nessun accanimento nei confronti di Antonio Conte che è stato giudicato da un organo di giustizia sportiva e che deve mostrare rispetto. La critica è più che legittima purché avvenga nel rispetto della funzione della giustizia sportiva e senza pensare che ci possa essere un accanimento che non ha motivo di esserci per nessun tesserato"; "Noi vogliamo essere una federazione rispettosa delle regole, non accettiamo chi alimenta tensioni e fazioni. Le parole pronunciate ieri dal presidente Petrucci sono altamente condivisibili. Tutto si può migliorare, ma bisogna conoscere i fondamentali delle regole. Se non si conosce quello di cui si parla, si corre il rischio di dire cose che non stanno né in cielo, né in terra". Abete ha poi annunciato che riproporrà per il prossimo quadriennio Stefano Palazzi, Sergio Artico e Gerardo Mastrandrea rispettivamente alla guida della Procura federale, della Disciplinare e della Corte di Giustizia disciplinare [fonte].

25 agosto 2012: nuovamente stuzzicato dalla stampa sulle esternazioni di Conte, Zdenek Zeman osserva pacato: "Non so cosa dire, questo era un processo sportivo e ora è un processo mediatico e sono cose che poi deve giudicare la Disciplinare. Una volta se uno si permetteva di dire certe cose veniva deferito e squalificato". E forse non ha tutti i torti. Quanto alle 'attenzioni' che gli riserva la Juventus, il boemo indossa i panni di Candide: "Non capisco perchè la Juventus mi risponde sempre in maniera così acida, ma io continuo a dormire sonni tranquilli, loro non lo so". Chiosa sul clima avvelenato: "una cosa normale", perché "sono successe brutte cose. Spero si riesca a migliorare e a fare calcio come si deve" [fonte].

25 agosto 2012: il dg della Juventus Marotta prova a vestire i panni concilianti: "Sulle frasi di Zeman preferisco passarci sopra, altrimenti si creano meccanismi per cui ogni volta c'è il pretesto per la polemica, basta con certe dichiarazioni che diventano stucchevoli". Non commenta le prese di posizione di Petrucci e Abete dopo la conferenza stampa di Conte: "Comprendo l'amarezza di Conte, da qui si è innescata quella conferenza stampa dove sono venuti fuori sentimenti razionali, anche molto diretti, ma credo che sia tutto rientrato nei regolamenti, Conte non ha offeso nessuno"; ideologicamente convinto che l'economia possa più della giustizia non si lascia sfuggire che "bisogna chiedere una riforma immediata della giustizia sportiva. Ormai la posta in palio è altissima per giocatori e allenatori, l'eventuale squalifica di Bonucci e Pepe avrebbe portato a una perdita di circa 25 milioni di euro, un danno irreparabile per un'azienda" (alla faccia di eventuali illeciti); e chiosa moralisticamente che "La giustizia sportiva deve fare il suo corso e debellare le mele marce del calcio, ma è altrettanto vero che quando si condanna una persona bisogna essere certi della condanna" [fonte].

25 agosto 2012: il clima continua però a essere incandescente. Il presidente uscente del Coni Gianni Petrucci, che non deve più coltivare basi elettorali, interviene a gamba tesa: "Zeman? Dice cose che tutti pensano, ma pochi hanno il coraggio di dire"; "Il peggior spot siamo quasi sempre noi dirigenti, con comportamenti e dichiarazioni. Una volta il parroco ci chiedeva un fioretto: ecco, di fronte alle troppe parole servirebbe un fioretto". Quanto alle dichiarazioni del tecnico della Juve "contano i regolamenti vigenti"; "I regolamenti si rispettano quando si rispetta l'etica. Non ce l'ho con Conte o con la Juve, ma se si stava zitti ne uscivamo prima. Si parla a sentenza definitive". "Alcuni mesi fa, quando è partito il caso calcioscommesse, sembrava lo scandalo più grosso del calcio italiano. Poi si è affievolito. Ora sembra che i responsabili siano i giudici. Non è vero, non è così" [fonte].

26 agosto 2012: anche Zeman continua a ostentare seraficità: "Ora tutti con Zeman? Leggete le intercettazioni e capirete perché. Squalifiche agli allenatori? Se succedesse a me, mi sospenderei poi vedrei con la mia società. L'unica stranezza che ho visto nel calcio scommesse è che chi denuncia non è credibile e chi non denuncia è squalificato" [fonte].

Antonio Conte ai tempi del Siena,
quando il Monte dei Paschi
ne era ancora lo sponsor
29 agosto 2012: il presidente del Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport, Alberto De Roberto, ha accolto in parte le richieste contenute nel ricorso presentato dai legali di Antonio Conte: respinta la sospensione della squalifica, accolta la richiesta di procedura d'urgenza. La difesa di Conte ha già scelto il proprio membro del collegio arbitrale: l'avvocato Guido Calvi, ex parlamentare DS, che dopo essere stato avvocato di parte civile nei processi per la morte di Pier Paolo Pasolini e per le stragi di piazza della Loggia a Brescia, della stazione di Bologna e del rapido 904, e avere difeso, tra gli altri, Pietro Valpreda, accusato della strage di Piazza Fontana, si gode ora una lauta vecchiaia difendendo l'onorabilità dell'allenatore del Siena e della Juventus. Un legale per tutte le stagioni.

13 settembre 2012: la FIFA estende a tutte le competizioni internazionali la squalifica a dieci mesi di Antonio Conte.

5 ottobre 2012: la scelta dell'avvocato Guido Calvi come membro di parte del collegio arbitrale si rivela azzeccata: il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport riduce la squalifica confermata in secondo grado a soli quattro mesi.

10 ottobre 2012: il Procuratore federale Palazzi deferisce Antonio Conte alla Commissione Disciplinare Nazionale, per i giudizi lesivi della reputazione e dell'onorato degli organi di giustizia sportiva espressi nel corso della conferenza stampa del 23 agosto passata alla cronaca per l'aggettivo "agghiacciante" usato dal tecnico della Juventus, deferita a sua volta per responsabilità oggettiva per i comportamenti ascritti al suo allenatore.

7 novembre 2012: Antonio Conte e la Juventus patteggiano davanti alla Commissione Disciplinare un'ammenda di 25.000 euro a testa per la vicenda dei giudizi lesivi.

8 dicembre 2012: Antonio Conte torna in panchina a dirigere la Juventus.

Azor