La Coupe des clubs champions européens 1962-1963

18 gennaio 1963

Siamo all'inizio del 1963 – esattamente cinquant'anni fa – e sta per cominciare la fase ad eliminazione della ottava edizione della Coupe des clubs champions européens. Come è noto, la competizione è stata avviata solo otto anni fa, nel 1955, per iniziativa del più blasonato giornale sportivo europeo, “L’Équipe”, che volle reagire alla maldestra presunzione della stampa inglese di voler incoronare i Wolverhampton Wanderers “campioni del mondo” solo perché nell'autunno del 1954 avevano battuto – in due amichevoli nel mitico Molineux – sia lo Spartak Mosca [HL] sia la Honved [programma | HL].

Gabriel Hanot, visionario della Coppa dei campioni
Ma c’è da capirli entrambi (albionici e galletti). I primi erano ancora sotto shock per averle buscate di brutto dall’Aranycsapat: 3:6 a Wembley nel novembre 1953 [FM] e 1:7 a Budapest nel maggio 1954 [HL]. Solo qualche giornalista illuminato, come il giovane Brian Glanville, si rese conto subito che sul football inglese, afflitto da “stupidity, short-sightedness, and wanton insularity”, si era manifestata la Nemesi e che i vecchi maestri erano stati ormai surclassati dagli allievi [vedi]; anche Willy Meisl – fratello del grande allenatore del Wunderteam, Hugo Meisl, e autorevole editorialista di “World Sports” – evidenziò come fosse ormai in corso una “soccer revolution” planetaria, con l’emersione di nuove forze e di nuove culture calcistiche [vedi]. Tant'è: alcuni nesci come David Wynne-Morgan, scribacchino del tabloid “Daily Mail”, avevano manifestato la propria frustrazione reagendo con iperboli entusiastiche al paio di vittorie casalinghe dei Wolves. Uno sproposito cui ha subito reagito lo sciovinismo gallico. D’altra parte c’è da capire anche i franzosi: si sono inventati tutte le grandi competizioni – le Olimpiadi con De Coubertin, la coppa Rimet, la coppa Henri Delaunay, il Ballon d’Or … – ma non hanno ancora vinto nulla: grandi organizzatori senza un movimento calcistico adeguato (e chissà quanto tempo dovranno ancora aspettare per alzare una coppa …). Frustratissimi, nonostante “Justo” Fontaine abbia fatto sfracelli fino all'anno scorso nello Stade de Reims, e Raymond Kopa si sia fatto valere nel grande Real Madrid.

Diamo dunque merito all'ennesima iniziativa dei cugini transalpini, e in particolare a Gabriel Hanot de “L’Équipe” che si è inventato la Coppa dei campioni [leggi il suo articolo manifesto del 15 dicembre 1954], presto fatta propria dalla UEFA per evitare una secessione dei maggiori club europei (guidati da quella potenza di Santiago Bernabeu …). In questo modo, negli anni appena trascorsi, ha preso corpo la più bella manifestazione della pedata europea (ergo mondiale). Finora dominata – come Nemesi vuole – dal calcio latino. Tutti abbiamo nella memoria la cinquina del Real (1956-1960) guidato da Alfredo Di Stéfano, Ferenc Puskás, Raymond Kopa, José Santamaría e Miguel Muñoz: chi l’ha vista, ricorda ancora la finale di nemmeno tre anni fa all’Hampden Park, trasmessa in Eurovisione dalla BBC: un terrificante 7:3 (con 3 gol di Di Stefano e 4 di Puskas) all'Eintracht Francoforte davanti a oltre 135.000 persone [FM]. Ad interrompere il filotto c’è voluta una vecchia volpe come Bela Guttmann che ha guidato il Benfica a due coppe consecutive: la prima contro il Barcellona, e quella dell’anno scorso all’Olympisch Stadion di Amsterdam contro il sempiterno Real. La ricorderete in molti, immagino [FM]: terminato il primo tempo in svantaggio 2:3, il Bela se ne è uscito negli spogliatoi con la frase “Abbiamo vinto: loro sono morti”: 5:3 finale ... infatti, grazie anche ad una doppietta del ventenne Eusebio. Poi sappiamo tutti come è andata a finire: il giramondo ungherese (che è stato anche a Padova, Trieste, Vicenza oltre che al Milan) ha chiesto un premio extra alla dirigenza, che glielo ha negato; lui ha preso cappello e se ne è andato lanciando una premonizione (o un'anatema?): “Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa ed il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni”. Staremo a vedere.

2 maggio 1962, Olympisch Stadion, Amsterdam
I detentori della Coppa: Eusébio da Silva Ferreira, Béla Guttmann
e Mário Esteves Coluna
Intanto, il Benfica si è qualificato ai quarti di finale anche in questa edizione, sotto la guida del più guardingo Ferdinando Riera, e fila dritto anche in campionato. Rimane una squadra tosta – la favorita – con quel gran leader carismatico che è Mário Coluna, e con la “Pantera Negra” Eusebio: quest’anno si è aggiunto anche il lungagnone José Torres per raccogliere di cabeza i cross di António Simões [leggi]. Il Real, invece, si è fatto buttar fuori dall’Anderlecht al primo turno. A sperare sono dunque i franzosi dello Stade de Reims, che hanno già conquistato e perso due finali (nel 1956 e nel 1959), e che hanno eliminato l’Austria Vienna, ma che mi paiono in fase calante. Soprattutto, è il Milan guidato da Nereo Rocco (e Gipo Viani) e da Cesare Maldini ad avere buone chances: polverizzato l’Union Luxembourg, ha liquidato gli inglesi dell’Ipswich Town agli ottavi, e tra qualche giorno si avvia ad affrontare i turchi del Galatasaray. Qualche spicciolo possono forse giocarselo anche gli olandesi del Feyenoord, che però mi paiono ancora un po’ acerbi. Le altre sono solo di complemento, a cominciare dall'allegra brigata alcolica del Dundee che segna molto e altrettanto subisce, e dal Dukla Praga, che emana il fascino ma anche l’inconcludenza del football mitteleuropeo.

L’ultima partita si terrà il 22 maggio all’Empire Stadium di Wembley, che ospita per la prima volta una finale di una competizione non britannica: e questo accresce il fascino della Coppa di cui andiamo a gustarci la fase conclusiva. Questo il programma dei quarti: il prossimo 23 gennaio si comincerà al BJK İnönü Stadyumu di Istambul (si noti: l’arena in cui gioca abitualmente il Beşiktaş) con Galatasaray-Milan. A seguire il 6 febbraio al Parc des Princes di Parigi con Stade de Reims vs Feijenoord; e il 6 marzo al Roi Baudouin di Bruxelles con Anderlecht vs Dundee e all’Estádio da Luz di Lisbona con Benfica vs Dukla Praga. Le partite di ritorno si terranno invece tutte il 13 marzo. Il pronostico sembrerebbe a favore di Milan, Stade de Reims e Benfica: fifty-fifty infine tra belgi e scozzesi. Staremo a vedere: non sbaglia pronostici solo chi non li fa …

Azor